C’è bisogno di padri e madri

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C’è bisogno di padri e madri che disprezzino quest’insana corsa al conformismo.
E poi di borgate, di strade illuminate a festa dove quel poco rappresenta ancora tanto.
C’è bisogno di teologi che non interpretino qualche sacra scrittura, ma interroghino, una volta per sempre, la chiesa alla lavagna dei suoi fallimenti.
C’è bisogno di giochi lunghi quanto un marciapiede, di ragazzetti svegli innamorati della noia che più in là fa fare.
E poi di tatto, nel toccare un cuore, nel parlare al cielo, nel restare in silenzio quando i pensieri o le persone straparlano.
C’è bisogno di nonne e nonni che riportino le lancette al tempo di allora, all’ora delle fiabe, all’alloro cucinato nella passata dei vecchi insegnamenti. E di semplicità, d’intelligenza rurale, di passi lenti e stretti come i baci.
C’è bisogno di stipulare contratti d’amore con i libri, con la poesia degli sconosciuti, con qualche bel giorno già dimenticato.
E di remare, non contro ma a favore dell’anima.


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